John T. Spike

La poesia non nasce da le regole…ma le regole derivano da le poesie; e però tante son specie de regole, quante son poeti. Or come dunque saranno conosciuti gli veramente poeti? Dal cantar de versi.

 

Quest’estate il Foundling Museum ospita al piano inferiore, un carnevale improvvisato di Fioroni pieno di quadri dai colori luminosi che suonano, cantano e si rifiutano di essere zittiti. Sgargianti rossi, gialli e blu, facce bizzarre e sfondi indistinti sono l’impronta della finzione.

 

“Innocenti” è la parola italiana per “foundlings”, trovatelli, ed i suoi sottintesi sono tragici ma fieri.
Già prima dell’anno 450 i Santi Innocenti erano celebrati con un giorno festivo, “Childermas”, tre giorni dopo Natale. Come suggerisce il nome, questa festa celebra i bambini e per secoli è stata una delle più gioiose del calendario ecclesiastico (particolarmente in Inghilterra). Per gioco un bambino del luogo veniva scelto per interpretare il ruolo di un vescovo autoritario, le cui burle facevano ridere tutti. Per tre settimane era un bambino a comandare, si sentivano più risate del solito nello Spedale degli Innocenti, nome italiano di un Foundling Hospital.

 

Mi scuso per essermi dilungato, ma i quadri di Fioroni che sono storie devono essere spiegate con altre storie. Considerate “Iter di Francesco” esposto all’interno della mostra. Poiché è l’opera di un artista umbro, il titolo non può che riferirsi a San Francesco. In Italia dove Fioroni è nato settanta anni fa, si pensa che ogni luogo ha un proprio spirito chiamato “genius”. Fioroni è sempre vissuto a Perugia una delle città medievali meglio conservate della regione umbra.
Nelle vicinanze sorge la santa città di Assisi sui cui pendii San Francesco predicò agli uccelli.

 

Ho già detto che Fioroni è un appassionato musicista di canzoni popolari umbre? Questa è un’altra coincidenza che riporta a Francesco e ad Assisi. Quando era un elegante giovane dedito alla carriera militare, Francesco adorava le romantiche canzoni dei trovatori. Questa musica sorprendentemente nuova, intorno al 1200 veniva portata dalla Francia in Italia dai musicisti itineranti. Francesco conosceva il francese, suo padre aveva dei commerci lì e quel paese ispirò il nome di suo figlio. E quando Francesco cambiò la sua vocazione dalla guerra alla pace ebbe l’idea di raccontare la sua storia in canti composti non in latino o in francese ma nella lingua della sua Umbria.

 

A differenza di altri inni del Medio Evo, il Cantico di Frate Sole di Francesco guarda alla natura come un figlio pieno di amore per il sole, la luna e tutti gli elementi. Ispirato dai Salmi, egli scrisse: “Laudato si’ mi Signore, per sora nostra madre terra la quale ne sustenta et governa, et produce diversi fructi con coloriti fiori et herba”.

 

Francesco inviò i suoi fratelli fuori dall’Umbria, istruendoli ad essere menestrelli che cantando sollevano i cuori di tutti coloro che li ascoltano. I più antichi testi usano il latino “joculatores” per menestrelli, ma la parola era usata anche per giullari e giocolieri. “Jongleur” combina tutti i significati possibili. Qualunque sia la parola, l’idea era di divertire dicendo la verità al potere. Osare di dire la verità era una prerogativa, consacrata nel tempo, dei giullari.

 

Le illustrazioni del Vecchio Testamento di Chagall sono state una importante ispirazione per Fioroni, come pure il primo simbolismo di Redon dei luminosi pastelli.